Crunch Chomp Glug/Fizz! Bon Appetit

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Crunch Chomp Glug/Fizz! Bon Appetit è un progetto realizzato per la mostra di Pino Borselli. Pino è un illustratore, regista e sceneggiatore. Nel 2005 ha lavorato con Roberto Benigni come assistente alla regia disegnando gli storyboard del film “La tigre e la neve”. La mostra “Crossover” vuole mostrare, attraverso una raccolta di lavori, le capacità tecniche e artistiche dell’artista. Il progetto di Food design “Crunch Chomp Glug/Fizz! Bon Appetit” presenta il cibo dal punto di vista dei fumetti. Ogni cibo prende il nome delle onomatopee che vengono usate nei fumetti quando viene assunto quel tipo di cibo o bevanda.

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Art feeding

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ART FEEDING è un progetto realizzato per l’artista Sergio Angeli. Le sue opere trattano il dualismo tra corpo e anima argomenti centrali nella vita dell’uomo da tempo immemorabile, da qui i titoli delle opere: corpo e anima, materia e spirito, razionale e irrazionale. Tutti i lavori della mostra prendono il nome di Simulacro. Simulacro è l’apparizione di qualcosa di indefinito che prende forma prima negli occhi dell’artista. L’artista Sergio Angeli accompagna delle poesie alle sue opere. Questo è stata l’ispirazione per il progetto Art Feeding. Le poesie diventano un cibo che può nutrirci.L’etichetta ci informa sui contenuti e le proprietà nutrizionali del cibo e ci invita a scoprire sull’altro lato una poesia. Nutrirci di arte ci lascia guadagnare delle conoscenze essenziali per capire le opere d’arte in mostra.

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Flash of Genius

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Il nome del progetto Flash of Genius vuole rendere omaggio agli allievi della scuola di cucina Food Genius Academy che avrebbero preparato il cibo per i visitatori della mostra. Food Genius Academy era anche la location che ospitava l’evento. Le persone sono coinvolte nel costruire il loro pasto: possono scegliere le pietanze e unendo i packaging tramite un dispositivo, possono ottenere configuarazioni differenti. Ogni packaging rappresenta un aspetto legato al cibo trazione, qualità e sostenibilità. Solo attraverso l’unione di più aspetti (prima citati), che dovrebbero essere alla base della nostra dieta quotidiana, avremo un futuro migliore. Costruire il nostro atto alimentare attraverso scelte consapevoli riporterà il cibo a giocare un ruolo centrale nelle nostre vite. Questo progetto è stato progettato e realizzato per il Fuorisalone durante la Settimana del design di Milano.

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Green Garden

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Green Garden è una gelateria storica che nel tempo, ha ampliato l’offerta ai propri clienti con una caffetteria. In previsione di aprire sotto lo stesso nome anche una pasticceria, ci hanno invitati a realizzare un progetto di branding che potesse comunicare questa loro identità che sta via via arricchendosi. Partendo dal nome già definito e dal colore verde che li ha accompagnati in questi anni, abbiamo iniziato a lavorare e a farci suggestionare dagli scenari a cui poteva rimandare il nome “Green Garden”. Viaggiando tra immagini che evocano la natura sotto diverse forme dall’Eden, ai paesaggi di Boch fino all’Art Nouveau abbiamo cercato di cogliere quel senso di natura che volevamo trasmettere nel branding. L’ispirazione è partita dagli elementi floreali delle carte da parati. Prendendo un fiore, stilizzandolo e rendendolo contemporaneo, abbiamo iniziato a definire il logo. Diversi colori sono stati studiati per identificare la gelateria, la caffetteria e la pasticceria in modo da declinare il logo e identificare al meglio queste diverse attività di uno stesso brand.

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Blend

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Le opere di JD Doria mettono insieme scienza, come disciplina empirica, e arte, come espressione di un essere interiore che evita le regola. JD Doria utilizza Petri dish che vengono usati come contenitori nei laboratori per soluzioni chimiche solide e liquide; il Petri dish è definito come un suolo agricolo. JD Doria monitora le reazioni tra gli elementi e il risultato è rivelatore. Il Petri dish diventa una tela dando vita a nuove forme che, come ha detto l’artista, è a limite tra l’organico e l’intagibile. La fotografia riesce, infine, a rendere la sua arte ancora più sorprendente. Into the food progetta Blend facendo il possibile per creare enfasi tra i visitatori, l’artista e i processi artistici che segue. Ogni visitatore può liberamente decidere quale salsa e miscela, con una selezione basata sulla densità e il colore. Ad ogni modo il visitatore ripercorre lo stesso processo dell’artista attraverso il cibo, aspettando di visualizzare risultati soddisfacenti che venivano invitati a postare e condividere sui social media. Di conseguenza, le persone possono assaporare la loro creazione e guardando le opere d’arte raggiungeranno la coscienza del microcosmo esistente descritta da JD Doria.

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Join tablecloths, share your food

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La città nasce nel momento in cui l’uomo decide di organizzare la propria vita attorno a luoghi con determinate funzioni che servano all’intera comunità. Gli spazi pubblici diventano dei luoghi nei quali incontrarsi, stare insieme, commerciare, celebrare insieme i riti religiosi, svolgere attività comuni e utilizzare servizi comuni. Alle piazze reali, caratterizzate dall’essere luoghi aperti a tutti e per diverse attività, si sono sostituite le grandi cattedrali del commercio che riducono l’interesse del frequentatore al solo acquisto di merci. Con il progetto Public Space di Into the Food il fruitore si ritroverà a vivere lo spazio museale come fosse uno spazio pubblico aperto. L’illusione di stare in una piazza o in un giardino, riporterà le persone a sentirsi parte di una stessa comunità. Il cibo verrà servito in dei fagotti di stoffa annodati come il pasto che veniva preparato dai contadini per poter essere consumato all’aperto. Una volta aperto il tovagliolo si è invitati ad collegare il proprio a quello degli altri incoraggiando la collaborazione, la condivisione e lo scambio di esperienze. Vogliamo farci promotori di un’aggregazione sociale costruttiva, carica di valori che difficilmente ritroviamo nella nostra quotidianità. Solo il recupero dell’equilibrio nel rapporto tra uomo e società ci può riportare a risanare la crisi e la decadenza attuale della città, della comunità e degli spazi pubblici. Into the Food collabora alla rassegna fotografica Urban Portraits che analizza la relazione della città ed un suo aspetto sempre diverso. Questo progetto ha aperto la prima mostra della rassegna che aveva come tema gli spazi pubblici.

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Water. Drink it more, eat it less

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Into the Food ha progettato WATER. DRINK IT MORE, EAT IT LESS cercando di portare all’attenzione di tutti che il 70% dell’acqua usata è ultilizzata per la produzione di cibo. L’Acqua Virtuale è il volume dell’acqua usato per la produzione di cose e servizi, ogni paese è coinvolto nel commercio di acqua attraverso miliardi di tonnellate di cibo e di beni commercializzati in tutto il mondo. Partendo dall’Acqua Virtuale, Into the Food ha progettato WATER.DRINK IT MORE, EAT IT LESS, con l’obiettivo di coinvolgere quante più persone possibile in modo da renderle consapevoli sul consumo giornaliero legato al consumo di acqua per la produzioni di cibo e di altri beni. Di fonte alle prossime emergenze globali legate alla scarsità di acqua, crediamo che una maggiore consapevolezza colletiva del problema possa essere di supporto ad un futuro più sostenibile dove cibo e acqua giocheranno un ruolo centrale nella nostre vite. RIFF edition | Nell’occasione dell’opening dell’Independent Film Festival of Rome 2014, che aveva come tema la sostenibilità nella cinematografia, abbiamo realizzato il progetto WATER.DRINK IT MORE, EAT IT LESS. URBAN PORTRAITS edition | Abbiamo il progetto WATER.DRINK IT MORE, EAT IT LESS per l’apertura della mostra internazionale di fotografia di Urban Portraits presso Casina Valadier a Roma. Il tema della mostra riguardava il rapporto tra l’acqua e le nostre città, con il nostro progetto abbiamo portato la consapevolezza del problema così da essere di supporto ad un futuro più sostenibile per le nostre città.

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Trip of dreamy food

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Il cibo è cultura. Tutte le attività messe in atto dall’uomo, dall’agricoltura alla trasformazione, alla distribuzione del cibo cambia a seconda dei contesti, ognuno reinterpreta in modo diverso questi processi. Il cibo è il principale fattore di definizione dell’identità umana perciò, ciò che mangiamo è sempre un prodotto culturale. La nuove generazioni viaggiano sempre di più, le distanze tra i popoli si accorciano, le emigrazioni da sempre hanno prodotto influenze gastronomiche che spesso danno vita a nuove forme di cibo. Possiamo incontrare popoli sconosciuti, tradizioni e sistemi di produzione anche solo guardandoci intorno oppure prendere un aereo e cambiare modo di viaggiare, scoprendo i paesi che visitiamo anche attraverso il cibo che è uno dei fattori culturali e identitari principali di un popolo. Into the food ha creato un’installazione che creava un particolare rapporto tra cibo e viaggio. I nostri ospiti sono stati coinvolti in un’esperienza che li ha portati a compiere un viaggio culinario sognante con tanto di stupore, gioco e scoperta. Possiamo viaggiare scoprendo sapori nuovi oppure mangiando e scoprire il mondo. URBAN PORTRAITS edition | Into the Food ha progettato e realizzato questo progetto per una mostra della rassegna fotografica internazionale di Urban Portraits presso Spazio Visiva di Roma che aveva come tema il rapporto tra il viaggio e le nostre città. Festa dell’Europa edition | Il nostro progetto Trip ha accompagnato l’Associazione SocialEvo 3.0 durante la sua presentazione alla Festa dell’Europa presso la Città della Scienza di Napoli.

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The Taste Gelato

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The Taste Gelato è una gelateria artigianale di cui abbiamo curato il brading e l’intera comunicazione presente nel locale. La gelateria è collocata nel centro storico di Roma, a due passi da Piazza di Spagna. La comunicazione che abbiamo studiato per The Taste Gelato riflette il grande lavoro dei suoi mastri gelatieri che scelgono solo materie prime pregiate per le loro preparazioni, seguendo solo metodi tradizionali.

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